La tartaruga marina Fortunella

L’hanno chiamata Fortunella l’ultima tartaruga marina Caretta caretta approdata al Centro Ricerche Tartarughe Marine di Portici, perché non sarebbe sopravvissuta se una segnalazione non avesse raggiunto tempestivamente gli operatori del Centro e, forse, sarebbe affogata nelle mani preoccupate ma inesperte dei primi soccorritori che la tenevano tenacemente sott’acqua, non sapendo che questi rettili hanno bisogno di risalire in superficie per respirare.

Rimasta imbrigliata in una cima che l’ha quasi strozzata, provocando lesioni sul collo e su una pinna, Fortunella è stata recuperata a circa un miglio dalla costa di Capo Miseno. Consegnata alla Guardia costiera di Baia e poi agli specialisti del Centro Ricerche Tartarughe Marine della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, la tartaruga era in condizioni critiche, avendo ingerito parte della cima. Ora sta meglio ma l’attende un lungo periodo di riabilitazione e di cure  prima che possa riprendere il mare.

L’avventura di Peppiniello, il piccolo di tartaruga Caretta caretta

A marzo, una brutta avventura è toccata a Peppiniello, battezzato così per onorare il santo del giorno, San Giuseppe appunto. È un piccolo di tartaruga Caretta caretta trovato quasi assiderato e debilitato su una spiaggia di Ostia a causa delle acque troppo fredde. Recuperato dalla Capitaneria di Porto grazie al personale del Parco acquatico Zoomarine, che fa parte della Rete di TartaLazio, e trasferito al Centro Ricerche Tartarughe Marine di Portici, è stato portato a una temperatura corporea più alta per stimolare l’appetito per cominciare un trattamento medico più efficace e per aiutarlo a crescere. Una lunghezza di almeno 30 centimetri lo avrebbe reso meno appetibile ai predatori,  mentre all’arrivo il suo carapace misurava solo 9,9 centimetri di lunghezza.

L’incredibile storia della tartaruga marina Agatha Christie

Ma la storia più straordinaria è legata alla grande tartaruga Caretta caretta ritrovata l’ultima volta in stato di difficoltà nel Golfo di Salerno nel 2016. Al Centro Ricerche Tartarughe Marine di Portici, dove viene trasferita, la riconoscono subito: è Agatha Christie, recuperata per la prima volta nel 2005 a Punta Imperatore nel mare di Ischia e il cui trasporto sul traghetto per Napoli resta avvolto nel mistero perché la nave scompare dagli schermi del porto.

Da questo episodio il suo nome viene legato a quello della scrittrice britannica di gialli. Ma altrettanto enigmatiche sono rimaste le sue riapparizioni, quasi la vecchia amica volesse far ritorno “a casa” ogni volta che si trovasse in difficoltà.

Forse aveva problemi a nuotare, dato che la prima volta galleggiava su un fianco e non riusciva ad immergersi?

Per questo non poteva allontanarsi?

Dotata di un trasmettitore satellitare e liberata per l’ennesima volta nel 2012 a Palinuro, la tartaruga prende il largo verso l’Adriatico e verso la Laguna di Venezia, quindi ridiscende lo stivale e nel 2013 la si segnala nella parte meridionale della costa adriatica pugliese. Era perfettamente in grado di nuotare. Poi, ancora una volta, tre anni dopo fa ritorno a Napoli necessitando di nuove cure da parte dello staff del Centro Ricerche Tartarughe Marine di Portici, per lei ritenuto un porto sicuro in un mare di insidie.